Primo incontro al Convitto “T. Campanella” del percorso “A-ndrangheta. Progettiamo una città senza crimine”
“Il mio credo, il tuo credo. E’ possibile un dialogo interreligioso?”. Con questo interrogativo gli studenti del Liceo Classico e Classico Europeo del Convitto hanno dato inizio al ciclo di incontri previsto dal percorso ” A-drangheta. Progettiamo una città senza crimine” che, grazie alla fervente sagacia del tutor assegnato all’istituto, dott. Nicodemo Liotti, primo dirigente presso la DIGOS di Reggio, ha visto sedere allo stesso tavolo esponenti di rilievo delle diverse comunità religiose attive nel nostro territorio, assieme alla graditissima presenza del Questore in persona, dott. Maurizio Vallone. Entusiasta la dirigente scolastica, dott.ssa Francesca Arena, che ha introdotto il momento di riflessione, sottolineando l’importanza dell’evento: – “Trattare di legalità e, soprattutto, approfondire alcune tematiche quali “la coesistenza tra diversi” è fondamentale per una sempre maggiore maturazione sui valori del dialogo e del rispetto reciproco, che stanno alla base di una crescita responsabile e, soprattutto, sono la caratteristica distintiva della nostra istituzione scolastica a vocazione europea. Il vero concetto di cittadinanza non può prescindere dalla conoscenza dell’altro, affinché al muro della chiusura e della diffidenza si sostituisca il ponte dello scambio delle proprie specificità per la costruzione di una società più giusta”. Dello stesso parere il Questore: – “La libertà di ognuno si connota e caratterizza nel momento in cui si rispetta la libertà del vicino ed è per la difesa di questa libertà che molti uomini, appartenenti alla Polizia di Stato, arrivano, talvolta, a sacrificare la propria vita”. Sotto tali auspici prende avvio, dunque, il dibattito, moderato dallo stesso dott. Liotti che cede la parola per primo al sig. R. Pugliese, referente per la comunità ebraica regione Calabria, comunità di Napoli. “L’uomo è stato creato a immagine di Dio -dice Pugliese- e allora perché siamo tutti diversi? Perché Dio è diversità ed è proprio dal confronto gli uni con gli altri che nasce la bellezza del divino”. Prosegue il rappresentante della comunità Sikh, sig. S. Singh, coadiuvato dal suo interprete: – “Studiando i testi delle altre religioni sono arrivato alla conclusione che Dio è uno, anche se gli uomini ci arrivano per strade diverse”. Molto toccante l’intervento del sig. A. H. Tanan, responsabile del centro culturale islamico Ar-Rahma: – “E’ straordinario constatare come nel Corano si faccia riferimento molte volte alla figura di Gesù. Se dovessi fare menzione di un momento di dialogo interreligioso, certamente parlerei della mia infanzia, quando, unico bambino di religione musulmana, figlio dell’iman di Gerace, giocavo senza problemi né pregiudizi con i miei compagni cattolici all’oratorio parrocchiale”. Conclude gli interventi per la componente cristiano-cattolica, don Davide Imeneo, direttore de L’Avvenire di Calabria e dell’Ufficio delle Comunicazioni sociali dell’arcidiocesi di Reggio-Bova: – “Molti sono i punti in comune che permettono un reale superamento di eventuali contrasti. Per quanto riguarda i cristiani, al giorno d’oggi probabilmente l’urgenza più pressante è vivere con coerenza la propria fede, perché è davvero un grande controsenso che alcuni si professino battezzati e contemporaneamente siano affiliati alla criminalità organizzata”. Un momento di grande rilievo, quindi, al Convitto, punto di partenza di un percorso sicuramente stimolante e originale.