Scuola Secondaria di Primo Grado-Laboratorio “senza pareti” per gli allievi delle classi 1^C, 2^A, e 3^E.
La mente che si apre ad una nuova idea non torna mai alla dimensione precedente. (E. Einstein)
L’ambiente di apprendimento è una condizione, un approccio, un contesto più che un luogo, una modalità didattica che dà senso all’apprendimento. A caratterizzare l’apprendimento, abbiamo la scoperta, l’analisi, la sperimentazione, la riflessione sull’esperienza.
Se tipicamente il laboratorio ci fa pensare a un luogo fisico ricco di strumenti di misurazione, di analisi, di test, di sperimentazione, di provette traboccanti di liquidi schiumosi, nel nostro caso vale tutto tranne la provetta traboccante di liquido schiumoso e il luogo fisico strettamente inteso. Fare laboratorio di matematica e scienze, infatti, ci riporta sì alla misurazione e alla sperimentazione ma più che di luogo fisico stricto sensu, parliamo di un ambiente di apprendimento orientato a produrre apprendimenti significativi in grado di associare alla matematica e alle scienze la realtà e la natura, svestendola della sua immagine astratta.
La professoressa Caterina Maria Ielo, con gli alunni delle classi 1^C, 2^A, 3^E, ha avviato un percorso in cui, alla scuola di Emma Castelnuovo, rivoluzionando concezioni e pratiche tradizionali, si suggerisce un metodo sorprendente per la sua semplicità e avvincente per la sua efficacia, in cui la conoscenza viene costruita passo passo, a partire da osservazioni, domande aperte, uso di materiali da manipolare ed un confronto continuo con l’arte e l’immagine. La matematica e le scienze, quindi, diventano un gioco concreto che parte e continuamente ritorna alla realtà, in cui i sensi si divertono con il pensiero a seguire il rigoroso filo della logica nella scoperta del mondo.
Per la professoressa Ielo, l’osservazione oculare a capo di tutto, sensore e trasduttore, osservare mentre si costruisce e si opera con i materiali, facendo ricorso alla concretezza che manca tanto ai nostri alunni, immersi nel mondo virtuale dei video-giochi che però, talvolta, non riescono ad acquisire una visione spaziale poiché manca loro l’esperienza del fare in prima persona. Ecco, dunque, che nella didattica applicata, il legame mano-occhio-mente è così forte da portare con naturalezza a fare congetture, a proporre ipotesi ed ancora più naturalmente allo stupore, alla gioia della scoperta. L’apprendimento che passa inevitabilmente attraverso le emozioni, un approccio grazie al quale l’allievo diventa protagonista attivo, indaga, si interroga, cerca strategie ed ipotizza soluzioni.
E’questo quello che hanno fatto gli allievi delle tre classi menzionate, partecipando anche ad un percorso di sperimentazione avviato con l’Università Bocconi.
“La ruota dei desideri” per gli allievi della prima classe, “Le Bandiere” per quelli di seconda e “Irrigidire un cubo” per i discenti di terza.
Un’esperienza coinvolgente e altamente produttiva, in cui i ragazzi dopo aver sperimentato, hanno relazionato rispondendo con naturalezza ai quesiti proposti
“La ruota dei desideri” per comprendere il resto della divisione, “Le bandiere” per operare con le frazioni e “Irrigidire un cubo” per sapersi muovere nello spazio.
Anche L’Educazione Civica ci porta in laboratorio, infatti un modo particolarmente efficace di trattare la matematica in forma di laboratorio è quello di associare la disciplina all’ambiente fisico-naturale estrapolando dai numeri la realtà e viceversa. A questo scopo si prestano i frattali, un elemento naturale utile ad argomentare il concetto di infinito. Cosa offrire agli studenti a esemplificazione di un oggetto frattale? Il mare, con le sue onde e, nel trattare l’obiettivo 14 dell’Agenda 2030, gli allievi della classe 1^ C attraverso l’onda di Kanagawa, hanno studiato gli oggetti geometrici dotati di omotetia interna e riportato i risultati in un meraviglioso libro realizzato con arte e maestria dalle allieve Asia Belvedere, Ludovica Cananzi e Antonella Marino.
Perché, anche il mare con le sue meraviglie…può essere un ottimo ambiente di apprendimento
“Lo studio e, in generale, la ricerca della verità e della bellezza
sono una sfera di attività nella quale ci è consentito
di rimanere bambini per tutta la vita”.
(A. Einstein).